l’ernia sacrale

Leonor Fini La Leçon de botanique - qui - qui -
Stava affacciata lì, bamboleggiava
indecisa se andarsene o restare,
sporgendo in fuori pericolosamente
quasi giocasse alla fuoriuscita.
Finché un bel giorno – Fuori di qui,
vattene, ma chi ti vuole! – un calcio
in culo e via, nell’informe.
Come ogni espulso è piena di rancore,
si adopera in tutti i modi alla vendetta,
si insinua, s’appoggia, dà fastidio,
toglie spazio e respiro a ogni vicino.
Ora ha preso di mira un certo nervo
che, in quanto nervo, è molto suscettibile
e ha facili entrature per raggiungere
con aspre querimonie il suo padrone,
il quale sì, l’ascolta, ma infine che può fare
se non ricorrere al solito bastone?
Che però infligge a me i suoi colpi, sul groppone!
Risentimenti, insulti, prepotenze –
Ma io che c’entro con queste beghe interne!

datura

datura - qui -
Ma io non voglio andarmene così,
lasciando tutto come ho trovato
in questa scialba geografia che assegna
l’effetto alla sua causa e tutti e due consegna
all’umile solerzia dell’interpretazione.
Un altro è il mio progetto, la mia ambizione
è accogliere la lingua che mi è data
e, oltre il dolore muto, oltre il loquace
suo significato,   giocare alle parole
immaginando, senza un’identità,
una visione. Come di fronte a un fiore
di datura, a quel suo giallo
non propriamente giallo, crema piuttosto,
la stessa crema che ha la pesca bianca,
con brividi di verde trasparente,
ma delicati, piccoli,
il modo di morire al terzo giorno
o meglio, di seccarsi plissettandosi,
pelle di daino, straccetto, guanto,
ala di pipistrello acciaccato, riccioli, rostri,
questa bellezza propriamente sua,
che tutto ciò in se stesso non ci pensi
neppure alla lontana a poter essere
una soltanto di tutte queste cose
che dipenda da me la sua apparenza,
che ne sia io la sola responsabile,
questa è la gioia fiera del mio compito,
qui è il mio valore. Io valgo più del fiore.

ponti

Paul Himmel - qui -
Nascono i bei pensieri sopra i ponti
e sempre ci si ferma sopra i ponti
per contenere quell’atomo di grazia
sospeso in equilibrio
tra gravità di sponde e cieca corsa d’acqua.
Ti darò appuntamento sopra un ponte,
in questa mezza terra di nessuno.

andando

Sylvia Plachy
Andando dritti si va da qualche parte,
andare dritti dunque non conviene.
Nel cerchio circolando generavo
la mia costituzione senza verso,
ero lì ripetuta e ripetente
che mi centellinavo, il tempo
era un profumo sparso che annusavo
svogliatamente.
....

posa in posa

Felice Casorat - qui - qui -

Lo sguardo che si ferma per orrore
trova che tutto posa in posa
e non si muove.
E poi le architetture.

pensiero lieve, pensiero duro

Prima era facile il pensiero lieve
bocciolo di garofano
che ambiva solo a aprirsi vanitoso,
che se restava chiuso poi appassiva.
Ora questo nuovo pensiero duro
che non s'apre e non decade,
questo cespo spinoso sempreverde
che il gelo non secca, che il sole
non accende, che cresce basso basso
attorto su se stesso sempre uguale
e complicandosi non sale, costretto,
soltanto perché è nato a perdurare.

perché nulla cambi

manuela vallicelli
Così trasporti gli anni
tra falsi amori
perché nulla cambi,
riducendo in pigrizia
ogni terrore: nel punto fermo
senza distorsioni, tra due inaccessibili
passioni, che nulla si avvicini
veramente, che nulla se ne vada.