mi sembra

Rothko
Mi sembra di volere, ma che cos'è che voglio?
Desidero che cosa? Non lo so.
È come quando d'estate alzo gli occhi
al cielo sperando di vedere una stella
che cade, o che potrebbe cadere, incerta
dei miei voti mi affido pigra a quell'ambigua
parte di me segreta, separata da me,
da me dimenticata nel mio retrobottega
che forse tiene ancora in sé, se c'è,
la forma originale, lo stampo del piacere
e a voce chiusa dico: si compia ciò che voglio
si avveri il desiderio. Anche se non lo so
non lo conosco, la stella lei lo sa,
perchè è lontana.

mi parli

elina brotherus
Quando mi parli ti trasogni
nei tuoi suoni, mi guardi e no ti accorgi
che sto per affogare. Mi lasci sola
nel mio schiumoso mare.

Cuando me hablas te internas
en tus ruidos, me miras y no percibes

que estoy por ahogarme. Me dejas sola
en mi mar espumoso.

madre

Era questa la madre che volevo,
scura e malinconica
-  Jacques Emile Blanche - qui -
lontana dal mondo
ansiosa.
Parla poco e si mangia le parole.
Cade qualche volta e si rialza in fretta.
Era questa la madre che volevo,
scura dolorosa
zoppa
e ho lottato contro le sorelle
ho distrutto i fratelli
perché era questa la madre che volevo,
volenterosa ampia chiusa prigioniera.
Non volevo altra madre che questa,
capelli mai cresciuti che non trovano
forma né pace, la copia trasandata
di se stessa, sfatta di dolcezza,
l'unico lusso era la sua fuga
davanti allo specchio
mentre si vestiva.
Davanti allo specchio mentre si vestiva
lo sguardo le si divaricava
perduto in un'immagine futura,
la prima ladra in lei riconoscevo
che mi rubava l'immagine sicura
e la portava fuori e regalava
quello che solo mio essere doveva.

qualcosa

Qualcosa che all’oggetto non s’apprende,
un secchio vuoto che non mi raccoglie.
Tenevo i mesi silenziosi in una trama
che doveva risplendere di voce.
Provavo a dire mi si sfilacciava.
Non è né rete né mantello, è solo schermo,
io non catturo niente e non mi copre
ma separa un silenzio dal silenzio.
Quell’altro suono labirintico e interiore
esercitato in solitudine per strada
e nei risvegli, non risultava,
non mi si mostrava.

fuori

L.Mattotti
qui

Fuori in realtà non c’era cambiamento,
è il morbo stagionato che mi sottrae alle strade:
dentro di me è cresciuto e mi ha corrotto gli occhi
e tutti gli altri sensi: e il mondo
arriva come una citazione.
Tutto è accaduto ormai, ma io dov’ero?
Quando è avvenuta la grande distrazione?
Dove si è slegato il filo, dove si è aperto
il crepaccio, qual è il lago
che ha perso le sue acque
e mutando il paesaggio
mi scombina la strada?

Afuera en realidad no ha habido ningún cambio:
es el morbo estancado lo que me sustrae de las calles;

creció dentro de mí, me corrompió los ojos 
y los demás sentidos; y el mundo llega
como una especie de cita. 
Ya todo ha sucedido, ¿pero yo dónde estaba? 
¿Cuándo tuvo lugar esa gran distracción?
¿Dónde se cortó el hilo, dónde se abrió
la grieta? ¿Cuál es el lago 
que ha perdido sus aguas
 y, al cambiar el paisaje, 
me confunde el camino?

due scalini

L. Mattotti
                               Due scalini saranno la distanza
                               Perché i miei piedi non calpestino
                               il vestito e allora due scalini
                               più tardi arriverò
                               leggermente in ritardo
                               a consumare lo spazio
                               che rimane - ah per le mani
                               non ci sono scuse -
                               a trasformarle in carezze
                               le incertezze.