al mercato


Certi giorni quando il cielo s'abbassa
e esco magari per fare la spesa
al mercato io trovo il cerchio caldo
della piazza, dove la luce non vola
ma devota s'acquatta in ogni oggetto
per rivelarne l'intimo colore.
Cerchio amoroso che impasta insieme il tempo
e la distanza, una melassa densa
così simile alla pasta del mio cuore
che io neanche entro, sono già dentro.

    Ciertos días, cuando el cielo está más bajo
    y salgo a lo mejor de compras
    al mercado, encuentro el círculo caliente
    de la plaza, donde la luz no vuela
    sino devota se agazapa en los objetos,
    mostrando el íntimo color que tienen.
    Círculo amoroso que amalgama el tiempo
    y la distancia, una melaza densa
    tan parecida a la pasta de mi corazón
    que ya no necesito entrar, ya estoy adentro.

Questa sfusa felicità che assale
le facce al sole,
i gomiti e le giacche
– quante dolcezze
sparse nel mercato,
come son belli
gli uomini e le donne!
E vado dietro all’uno
e guardo l’altra,
sento il profumo
inseguo la sua traccia,
raggiungo il troppo
ma il troppo non mi abbraccia.

------
Era alla luce terribilmente sabato,
quel sole infimo che annunzia svogliatezze
mentre nella piazza fino a dentro le mie finestre
chiuse si muoveva il mercato prolungato.
L'ultima offerta e poi si chiude. Poi la festa
untuosa e il silenzio. Già si smontavano
i banchetti con la ferocia trasandata
della fine. Forse era possibile
una corsa per prendere qualcosa, forse
restava qualche cassetta ancora non riposta.
Ma non mi decidevo a quella corsa.
Quando scendevo era ormai tardi
tra i mucchi di foglie di carciofi
e i pomodori sfatti dove una vecchietta china
correva rapace alla riscossa di mezze mele
di peperoni buoni per tre quarti.
Ma io non cercavo frutta marcia o fresca,
io volevo soltanto la certezza
della settimana che finisce,
dell'occasione persa.

------
Era en la luz terriblemente sábado,
ese sol ínfimo que anuncia dejadez,
y abajo, hasta meterse en mis ventanas
bien cerradas, se movía
el mercado prolongado.
La última oferta y ya se cierra. Luego la fiesta
untuosa y el silencio. Los puestos ya se desarmaban
con el feliz descuido del final. Tal vez era posible
una carrera para alcanzar algo, quizá
quedaba aún alguna caja afuera.
Pero no me lanzaba a esa carrera.
Cuando bajé, ya era demasiado tarde
entre los cúmulos de hojas de alcachofas
y los tomates aplastados
donde una mujer vieja y agachada
corría rapaz en busca de unos restos de manzanas
y de unos chiles buenos
en sus tres cuartas partes.
Pero yo no buscaba
fruta podrida o fresca,
sólo buscaba la certeza
de la semana que se acaba,
de la ocasión perdida.